Prima di partire per un intricato tour ferroviario in Europa, che mi terrà impegnato per le prossime due settimane, lascio aperte le sottoscrizioni a 5 petizioni, che vi prego di sottoscrivere nei commenti.
1. Chiedere alla Procura di Potenza di mandare il famigerato spreca–pellicole Fabrizio Corona in pattugliamento con una gazzella dei carabinieri e farlo scendere da solo e disarmato a rispondere ad un conflitto a fuoco o a placare l'isteria delle tifoserie in un piazzale di uno stadio: questo per aver reagito in maniera incivile (degna del personaggio, direi) alle contestazioni di un appuntato che gli faceva notare quanto fosse pericoloso guidare un suv in un affollato parcheggio tenendo il telefonino in una mano e non dando la precedenza.
2. Chiedere al Comune di Roma di deliberare che i beni mobili e immobili dello "scrittore" Moccia siano considerati l'unico luogo deputato per l'apposizione dei cosiddetti pegni d'amore di sua invenzione, compresa l'auto ed il citofono: questo per aver definito "incivile" l'azione di alcuni (saggi) ignoti che nottetempo hanno divelto i lucchetti armati di cesoia dal povero ponte Milvio.
3. Chiedere al presidente RAI Cappon, alla Commissione di Vigilanza e al CdA di evitare ad un povero 86enne giornalista l'umiliazione di ritornare in video a riempire spazi, raccontando sempre le stesse cose: Biagi ha fatto il suo tempo, avanti un altro, prego.
4. Chiedere al presidente RAI Cappon, alla Commissione di Vigilanza e al CdA il ripristino della mitica trasmissione L'almanacco del giorno dopo, se proprio devono buttare 10' di palinsesto: i nostalgici e chi non abbia mai sentito nominare questa trasmissione, vedano qui.
5. Chiedere all'agente di Scarlett Johannsonn di mandarla nelle nostre case a turno, per farla guarire dalla depressione che la avvolge, i cui sintomi si riassumono nella recente dichiarazione di non sentirsi bella la mattina appena sveglia ("sembro un ragazzo"). Terapia d'urto (a rana), altro che… ;)
17.3.07
7.3.07
Rassegna stampa
1. È stata pubblicata online la lista dei 101 peggiori lavori della Terra, molti dei quali imbarazzanti professioni dal mondo anglosassone, uno su tutti il Wal-Mart greeter, vale a dire l'odiato addetto all'accoglienza dei clienti dei grandi magazzini della arcinota catena di bricolage (per chi ha letto almeno un tomo di Economia Industriale o visto almeno una puntata di Simpson o Griffin).
Personalmente aggiungerei il lavoro più degradante che ho visto fare in vita mia: il sorvegliante delle latrine pubbliche ad Alexanderplatz, nel cuore di Berlino. Fortunatamente, ho visto di recente che le latrine non sono più presenziate da addetto, ma anni fa ricordo di questo tizio (generalmente male in arnese) che entrava nel loculo appena liberato dall'utente con in mano una spugnetta per pulire bordo e tavoletta, in cambio di uno stipendio (da sussistenza) e di una mancia volontaria nel piattino di cinquanta pfennig o di un marco intero.
2. Mi è caduto un altro mito: la ormai settantenne ex cosmonauta sovietica Valentina Tereshkova ha rivelato recentemente che il suo trionfale atterraggio ripreso dal cinegiornale era un bluff, perché il rientro era andato in realtà malissimo, come potrete leggere nell'articolo: le navicelle sovietiche — ma questo si sapeva — non prevedevano l'atterraggio della capsula a terra, ma l'espulsione mediante paracadute del cosmonauta poco prima dell'impatto al suolo o con l'acqua.
In realtà la povera Valentina ha dichiarato che ha rischiato di non tornare più a casa, perché gli scienziati della Città delle Stelle avevano sbagliato di brutto i conti, per cui la capsula, ad ogni orbita attorno alla Terra, si allontanava invece di avvicinarsi: oltre a questo angoscioso dettaglio, la povera Valentina ha passato tre giorni di dolori agli arti, imprigionata in una scomodissima tuta nella spartana navicella made in URSS.
3. I soliti olandesi, difensori del libero arbitrio a tutti i costi (dal quale però hanno preso non poche batoste, vedasi problema dell'integrazione razziale, al centro di grandi discussioni in patria dopo l'uccisione di Theo van Gogh, regista del coraggioso — fantascientifico, per la TV italiana, visto che fu proiettato in patria in prima serata su una tv privata — Submission), hanno realizzato per primi la palestra per nudisti, che offre iscrizione ai naturisti desiderosi di fare fitness nella piccola cittadina di Heteren, ad Est, quasi vicino al confine tedesco.
I proprietari della palestra dichiarano serafici che gli iscritti naturisti sono obbligati a utilizzare asciugamani per coprire gli attrezzi e che ogni sera i locali vengono disinfestati.
Soddisfazione dalla comunità nudista neerlandese e plauso dagli abitanti del luogo.
Personalmente aggiungerei il lavoro più degradante che ho visto fare in vita mia: il sorvegliante delle latrine pubbliche ad Alexanderplatz, nel cuore di Berlino. Fortunatamente, ho visto di recente che le latrine non sono più presenziate da addetto, ma anni fa ricordo di questo tizio (generalmente male in arnese) che entrava nel loculo appena liberato dall'utente con in mano una spugnetta per pulire bordo e tavoletta, in cambio di uno stipendio (da sussistenza) e di una mancia volontaria nel piattino di cinquanta pfennig o di un marco intero.
2. Mi è caduto un altro mito: la ormai settantenne ex cosmonauta sovietica Valentina Tereshkova ha rivelato recentemente che il suo trionfale atterraggio ripreso dal cinegiornale era un bluff, perché il rientro era andato in realtà malissimo, come potrete leggere nell'articolo: le navicelle sovietiche — ma questo si sapeva — non prevedevano l'atterraggio della capsula a terra, ma l'espulsione mediante paracadute del cosmonauta poco prima dell'impatto al suolo o con l'acqua.
In realtà la povera Valentina ha dichiarato che ha rischiato di non tornare più a casa, perché gli scienziati della Città delle Stelle avevano sbagliato di brutto i conti, per cui la capsula, ad ogni orbita attorno alla Terra, si allontanava invece di avvicinarsi: oltre a questo angoscioso dettaglio, la povera Valentina ha passato tre giorni di dolori agli arti, imprigionata in una scomodissima tuta nella spartana navicella made in URSS.
3. I soliti olandesi, difensori del libero arbitrio a tutti i costi (dal quale però hanno preso non poche batoste, vedasi problema dell'integrazione razziale, al centro di grandi discussioni in patria dopo l'uccisione di Theo van Gogh, regista del coraggioso — fantascientifico, per la TV italiana, visto che fu proiettato in patria in prima serata su una tv privata — Submission), hanno realizzato per primi la palestra per nudisti, che offre iscrizione ai naturisti desiderosi di fare fitness nella piccola cittadina di Heteren, ad Est, quasi vicino al confine tedesco.
I proprietari della palestra dichiarano serafici che gli iscritti naturisti sono obbligati a utilizzare asciugamani per coprire gli attrezzi e che ogni sera i locali vengono disinfestati.
Soddisfazione dalla comunità nudista neerlandese e plauso dagli abitanti del luogo.
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