23.12.06

La Morte o non ti fila o ti aspetta travestita da fuga di gas

Anche oggi mi vedo costretto a postare un commento che ai più sembrerà il solito temino stinto e ritrito, condito con un po' di salsa di retorica vagamente deamicisiana. In realtà sarei ben contento di non dover scrivere riflessioni del genere se tutto andasse come si potrebbe intravedere facendo capolino dalle finestre della famigliola del Mulino Bianco e non fosse altro per non fare andare di traverso il pandoro e/o panettone ai miei carissimi Kabinettbesucher, però...

Allora, prima questione: il diritto alla vita e quello alla morte.
Tutti vogliono vivere, è l'istinto più intimamente basilare della fisiologia umana che spinge a desiderare di prolungare l'esistenza su questo mondo. È molto difficile accontentare tutti in questo senso.
Poi c'è chi chiede una cosa teoricamente ben più facile a farsi, c'è chi desidera la morte sopra ogni altra cosa, perché rispetto ad una vita di sofferenze e di indignità quotidiana è qualcosa che non fa più paura, che non si teme, anzi si invoca a gran voce, la si desidera, la si ricerca in ogni modo persino scrivendo al Presidente della Repubblica, senza paura di risultare noioso e anche sgradevole comparendo in video all'ora di cena durante il telegiornale, a costo di ammutolire intere famiglie riunite a tavola davanti ai tortellini fumanti, a rischio di chiamarsi gli auguri di pronta estinzione dai telespettatori esasperati e desiderosi di evasioni ridanciane dal piattume della contemporaneità.
Anche se è umanamente difficile da accettare, una persona che chiede la morte con insistenza deve essere esaudita, perché quello che questi chiede altro non è che un atto di pietà.
La Curia romana fa il suo lavoro e quindi non concede rito religioso alle esequie. Va bene.
Ma il Parlamento non è il Sant'Uffizio e non prende ordini (almeno formalmente) dal Vaticano. La questione è delicata, siamo d'accordo, ma almeno se ne cominci a parlare con la serietà che la materia esige. Almeno una volta.

Poi c'è chi la morte la sfida per mestiere per regalare la vita e talvolta perde miseramente.
Oggi, vicino Bologna, un pompiere è rimasto sotto le macerie di una palazzina saltata in aria perché completamente satura di gas.
Un ragazzo, volontario tra l'altro, che lascia una sedia vuota quest'anno alla tavola delle feste.
Un altro collega non si sa se ce la fa a campare ancora.

Buon Natale a tutti i Vigili del fuoco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sei sempre er mejo :D