Ieri sera si è consumato un evento (modestino nei contenuti, per la verità) cui di solito si partecipa quando si compiono gli "…anta": la festa degli ex alunni del liceo.
Una veloce riconversione dell'associazione da simpatizzanti destrorsi a comunità di ex Aristofaniani ed eccoci qua, davanti alle vetrate dell'atrio, come quasi dieci anni fa quando ci assiepavamo con le facce di bambini e le prime sigarette in bocca aspettando la campanella del primo giorno.
Se non fosse stata per l'ora e l'arredo vagamente cimiteriale (lumini piccoli IKEA of Sweden), l'atmosfera poteva dirsi la stessa: le fisionomie erano pressoché immutate, nonostante il tempo (non poco) passato, le strade che si sono allontanate, gli impegni, gli amori e le passioni. Le sigarette c'erano sempre e comunque e qualcuna (ha confessato) aveva anche le mani spugnate per l'emozione.
C'erano pure persone che non vedevi da un sacco e che ti ha fatto piacere riabbracciare.
C'era pure qualche testa di cazzo, che non avresti più voluto vedere per il resto dei giorni, che pativa però la giustizia del tempo, acuita da una vita evidentemente insana.
C'era addirittura chi aveva lo stesso maglione di quando arrivava la mattina alla I ora.
Qualcuno ha assunto movenze da piglianculo, qualcun altro si è ripulito.
Un paio di fanciulle, all'epoca interessanti ed inflazionate, si sono irrimediabilmente rovinate: quelle che non gli davi una lira invece sono salite nella top ten. Altre sono rimaste belle come l'ultimo giorno.
Risate. Cenni. Colpi di tosse.
Anche un po' di malinconia.
12.2.06
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