7.2.06

Taglia, in nome di Dio!

Così si rivolge il capovaro alla madrina designata (solitamente una sciccosissima signora agée della buona alta borghesia mercantile, meglio se con due cognomi) all'atto di fargli lanciare la fatidica bottiglia di champagne contro lo scafo metallico, che attende di potersi infilare finalmente nel suo elemento dopo essere stato covato e pasciuto nel ventre del bacino di carenaggio.
O almeno così dicevano i capivaro, perché al varo del nuovo incrociatore portaerei Cavour della nostra MM il capovaro, emozionato dalla sciccheria della madrina, ha piegato la millenaria e ruvida consuetudine di marina del "tu" alle regole del bel mondo glamour che impone il "lei" nella conversazione ("Tagli, in nome di Dio!", un po' fantozziano)
Ma questi sono dettagli: però, chi qui approderà, in qualunque modo e con qualunque intenzione, dovrà presto fare i conti con questo modo di porsi, diciamo pure un po' da vecchio rompicoglioni, attento al particolare e riferente cose ormai desuete, a tal punto che nessuno se ne ricorda o ci pensa più. Uomo avvisato mezzo salvato. Appunto.
Be', tanto che l'ho detto, mettiamo le cose in chiaro: potete partecipare ai post, criticare, dissentire, mandarmi a cagare, applaudire, commuovervi, mandarmi vaglia postali, ma sempre (SEMPRE!) a ragion veduta, ovvero argomentando i vostri perché.
Io sono qui, sono conscio di propormi in pubblico, scrivo (quando posso) e ascolto chi ha qualcosa da dirmi.
Però, rimanga inteso che, per non allontanarsi dal tema marinaro, il padrone del vapore sono io… e ciò, a chi vuole intendere, basti.

Dunque, o Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, "Taglia, in nome di Dio!"

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