6.8.06

Secondo post olandese - 5/8/06

Stamattina (6 per chi legge) decido di farla finita sul presto con la rincorsa del sonno che, nonostante la stanchezza, sembra infischiarsene di tornare a farmi compagnia: cosi`, nell`ostello deserto, mi accomodo al pc mangiamonete ed eccoci qua...

Dunque ieri abbiamo capito qualcosa di piu` di questo popolo che ci ospita, allegro e casinoso, eppure malinconico e silente, un po` come questo tempo atlantico che accompagna le nostre giornate, incerto, a tratti soleggiato e caldo, improvvisamente scuro e minaccioso: insomma, il segreto del ben vivere olandese sta tutto sulle due ruote (a pedali, ovviamente). Insomma, strafocarsi di patatine fritte condite con litri di maionese e salsa alle arachidi (vomitevole per me), di birra bianca Wieckse o di Amstel Pils e poi sfoggiare una costituzione grissino, magra e allampanata, non puo` che celare un patto mefistofelico: il Demonio con cui i primi neerlandesi hanno fatto armistizio doveva essere sicuramente un appassionato ciclista, perche` con il cavallino d`acciaio qui si fa praticamente tutto.
Si va in giro (quasi ovunque), si guardano le vetrine, si chiacchera con gli amici, si passeggia con la ragazza (sul portapacchi), si porta ogni genere di roba o di articolo commerciale. E, last but not least, si bruciano un sacco di calorie.
Chi dice che non e` vero perche` l`orografia olandese e` stata spianata col ferro da stiro e poi inamidata, non ha mai biciclettato in una giornata ventosa, come e` successo a noi.
Per calarci al meglio nello spirito nazionale e per risparmiare qualcosina sui cotosi biglietti dei mezzi pubblici, deidiamo di prendere a nolo due pseudo-mountain bike, con il manubrio tipo "Olanda" (appunto), quello largo e leggermente flesso, e ci lanciamo cosi` sulla fitta rete ciclabile.
Raggiungiamo il centro per aspettare l`apertura del Frans Hals Museum una raccolta di pitture della cosiddetta Epoca d`Oro olandese (il Seicento in poche parole), subito dopo la Grote Sint Bavo Kerk, la bellissima Cattedrale di San Bavone strappata al controllo di Roma dai Calvinisti incazzati col Papa Re, dove abbiamo visitato uno degli organi piu` antichi e piu` potenti d`Europa: mio fratello, quale studente organista, e` stato accontentato dal giovane titolare aggiunto che ci faceva da guida, a noi e ad un folto gruppo di fiamminghi eccitati e inorgogliti per la nostra presenza, ed ha potuto cosi` suonare sulla tastiiera in tartaruga due brevi brani della scuola italiana, fra l`emozione di tutti quanti.
Decidiamo, una volta usciti, di andare a vedere le chiuse del canale del Mare del Nord, che impediscono che noi, ma anche tutti i pappa, le mignotte, i cannari di Amsterdam (nonche` la restante parte dei neerlandesi lavoratori e rubizzi) travolti dall`Atlantico. La strada non e` lunga, solo 5 km, ma arzigogolata e battuta da un vento impetuoso, che ci fa impiegare quasi un`ora: le fatiche sono ripagate dall`attesa del transito di una enorme portacontainer che si dirige in mare aperto e la cui lunga sosta nella chiusa ci permette di mangiare un piatto di pesce al bistrot che sta sullo sbarramento di terra che separa i due bacini.
A meta` pasto ci accorgiamo che un`enorme sagoma nera armata a Panama si muove lentamente scortata da due rimorchiatori, che vicino a lei sembrano lillipuziani, e tutto cio` mi commuove: penso ad una vecchia e ripettabile signora portata per mano da due nipotini sotto casa.
Che cosa puo` la forza di volonta` dell`uomo, la sua Wille zum leben, aber zum Macht auch.

Be`, tempus fugit, il buffet per la colazione e` aperto e mi appropinquo.

Dag, a presto!

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